“Ciao Burgio. Stammi bene e prega Allah che ti dia la sua retta via e ci guida verso sé nella luce inshallah il paradiso…”
È il tuo ultimo messaggio, Monsef. Me l’hai consegnato sul cellulare attraverso il linguaggio sintetico e freddo di un sms. Porta la data di sabato 17 gennaio 2015. L’ora è ferma sulle 14:24 da allora non ti ho più sentito, né visto. Sei partito all’improvviso, insieme con Tarik. Destinazione Siria. Sei diventato combattente di Daesh il più giovane jihadista partito dall’Italia alla volta dell’autoproclamato e sedicente Stato islamico. Stento ancora oggi a crederci. Abbiamo abitato a lungo nella stessa casa, nella comunità Kayrós di Vimodrone. Qui ti ho accolto quando avevi poco più di 15…
I destini di don Claudio e di Monsef si sono intrecciati per sempre. Dall’intensa esperienza umana, oltre che formativa, dal sacerdote scaturisce una lunga lettera, inviata idealmente a Monsef, per entrare senza reticenze nel dramma di questa storia e, al contempo, invitare a riflettere sul senso dell’educare e del trasmettere la fede in Dio.