Tra le varie attività svolte dai ragazzi in associazione il laboratorio teatrale è una delle più importanti.
L’uso dell’espressione artistica favorisce la creatività di ogni persona ed è una qualità indispensabile per un attore di teatro.
Essere attore consente ad ognuno di spaziare in un mondo sconosciuto, dove le certezze, le sicurezze del mondo reale svaniscono a favore di una conoscenza di espressioni, sensazioni mai provate prima attraverso un costante lavoro che permette di raggiungere territori mentali e fisici mai esplorati prima.
Un vero e proprio lavoro che parte dalla curiosità, dalla voglia di conoscere quella parte di noi che non si vede e che nessuno conosce.
E’ proprio attraverso sguardi, movimenti, voci che, nel laboratorio teatrale Kayrós, è nato “Non esistono ragazzi cattivi”, il primo spettacolo-incontro scritto ed interpretato dai ragazzi delle comunità, ispirato alle proprie esperienze di vita ed all’omonimo libro di Don Claudio Burgio.
Molte le tematiche affrontate in questo primo lavoro teatrale:
- giudizi e pregiudizi su se stessi, sugli altri e degli altri su di noi;
- violenza e non-violenza, cause e conseguenze dei reati, sistema giudiziario, carcere minorile;
- il bullismo ed il disagio giovanile tra divertimento, consumi e dipendenze;
- la solitudine come occasione per fermarsi e ritrovarsi;
- la relazione educativa e i rapporti con genitori, insegnanti ed educatori;
- l’ascolto e il racconto di sé come strumenti di evoluzione personale e conoscenza reciproca;
il concetto di Comunità; - la libertà intesa come libertà dal carcere ma anche libertà di pensiero e di espressione, libertà di essere se stessi senza la paura di non essere accolti, libertà di scegliere in forma autonoma, personale ed autentica e fare nuovi progetti di vita.
Al termine dello spettacolo, i ragazzi delle comunità Kayrós e don Claudio rispondono alle domande degli spettatori creando un vero e proprio momento di incontro e di dialogo fecondo sui temi sopra elencati.
Il secondo spettacolo-incontro scritto e interpretato dai ragazzi delle comunità è “Mosaiko”.
Sul palco i ragazzi porteranno pezzi di storie, ricordi; frammenti di occhi, urla e silenzi, ritagli di dolore, pregiudizio, sofferenza; tratti di amore, amicizia, famiglia; schegge di progetti, sogni, speranze; tessere di inizi, cambiamenti, rinascite; pezzi di vita, parti di qualcosa che è misterioso, complicato, a volte incomprensibile, e che, quasi per caso, acquista senso quando incontra altre parti, altri tasselli, altre tessere, altri pezzi; l’incontro cambia, trasforma, educa, crea.
E allora tutto prende forma, quando ognuno di noi, con i suoi pezzi, anche con quelli rotti, sporchi e rovinati, capisce di aver creato un’opera d’arte ed insieme, si può creare un’opera nuova, sorprendente e, forse, più grande; un mosaico, il nostro Mosaiko.